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Che cosa succede in caso di inflazione?
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Inflazione: i settori in cui investire

Inflazione: i settori in cui investire

Ragazzo che guarda laptop e cerca settori in cui investire contro inflazione
Foto dell'autrice dell'articolo, ragazza castana vesita di blu

Marzia Vradini

Data dell'ultima modifica: 12/10/2022

A causa dell’aumento costante dei prezzi, è comprensibile temere per i propri risparmi. Eppure, per quanto l’inflazione sia una realtà, può essere contrastata. Per farlo, bisogna guardare a certi settori in particolare, quelli a cui questa inflazione permette di restituire dei rendimenti interessanti. Quali azioni acquistare? In quali settori? Ecco i nostri consigli per investire e trarre profitto dall’inflazione?

1. Quali aziende traggono profitto dall’inflazione?

Investire nel capitale di un’azienda per combattere l’inflazione. Ottimo, ma quale scegliere? Quando si tratta di inflazione, non tutti i settori sono gli stessi. Alcuni ne escono meglio di altri, come:

Perché investire in Borsa in periodo di inflazione?

Certo, mettere i propri soldi su un libretto di risparmio ci permette di tenerli al sicuro: non c’è rischio di perdita di capitale. Eppure, quando l’inflazione comincia a farsi sentire, quegli stessi risparmi cominciano a sciogliersi come neve al sole. Ovvio, quando il tasso d’interesse di un libretto non arriva all’1% diventa complicato confrontarsi a un’inflazione che si aggira intorno al 9% in Italia.

In altre parole, investire in Borsa in titoli di aziende che subiscono meno l’aumento generalizzato dei prezzi diventa sempre più la via intrapresa da chi desidera proteggere il proprio potere d’acquisto. L’inflazione, infatti, può avere un effetto positivo sull’andamento delle azioni, a seconda dei settori.

Ma tra inflazione, guerra in Ucraina e aumento dei tassi da parte della Banca Centrale Europea (BCE), il 2022 è un anno complicato per gli investitori che devono scegliere quali asset comprare. E lo stock pricing la fa da padrone.

Lo sapevi che...

Lo stock pricing è un tecnica di investimento in Borsa che consiste nel selezionare ciascun titolo in base ad alcuni criteri di analisi, per trovare i più promettenti.

Vincenti e perdenti

Di fronte all’immensa scelta di società quotate in Borsa, come scegliere? In un contesto inflazionista, è obbligatorio essere selettivi. Certi settori sono meno toccati dalla congiuntura economica:

Al contrario, meglio lasciare da parte alcune aziende che rischiano di non uscirne particolarmente vittoriose. Tipicamente, le società dipendono dal potere d’acquisto degli italiani. La grande distribuzione diventa così un settore da evitare, perché l’innalzamento dei prezzi dei fornitori avrà sicuramente un effetto sui rendimenti. Stessa cosa per il settore dei consumi in generale.

Ci sono poi quei settori che seguono la potenziale rotazione settoriale a venire per via dell’inversione dell’equilibrio monetario. Dopo un decennio favorevole alle azioni di tipo GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft), altri settori cominciano a vedere un aumento dei loro prezzi, a cominciare dalle materie prime. Petrolio, veicoli a emissioni zero, transizione energetica: ecco i settori che potrebbero trarre vantaggio dell’aumento dei tassi da parte delle banche centrali. Un cambiamento da attuare fin da subito? Tutto dipende dalle decisioni della FED e della BCE…

2. Dove mettere i propri soldi per guadagnare con l’inflazione?

Materie prime: ArcelorMittal

Le materie prime sono state nel mirino degli investitori fin dalla ripresa dell’attività economica dopo i diversi lockdown dovuti alla pandemia. Alluminio, rame, zinco: i prezzi dei diversi metalli sono esplosi, spegnendo le fiamme dell’inflazione su quelli degli altri.

I produttori, ArcelorMittal in testa, l’hanno compreso e si sforzano di fornire quantità considerevoli di metalli.

Sebbene le materie prime abbiano un aspetto speculativo, beneficiano comunque anche della transizione energetica poiché il rame e l’acciaio sono componenti essenziali per effettuare questa transizione in modo corretto. Allo stesso modo, i veicoli elettrici necessitano di litio, cobalto e nickel.

L’occasione per ArcelorMittal di pubblicare una cifra d’affari in ascesa alla fine del 2021. Menzione d’onore per Aperam (acciaio inossidabile e componenti elettrici) ed Eramer (leghe di manganese e ferro-nickel) 

L’oro: lingotto VS inflazione

Asset di diversificazione per eccellenza, l’oro è fra gli assi nella manica degli investitori che lo utilizzano sia per proteggersi dall’inflazione sia per portare quel tocco luccicante al loro portafoglio.

Ma prudenza: il lingotto non produce alcun rendimento, dettaglio che non lo mette nella migliore delle posizioni rispetto ai titoli obbligazionari, per esempio. Ecco perché è bene fare attenzione ai tassi reali (senza inflazione). Visto che questi ultimi sono rimasti piuttosto bassi negli anni, l’oncia d’oro ha potuto ottenere un record considerevole a inizio 2020.

Per investire nell’oro, è possibile optare per le riserve auree (miniere di estrazione o giacimenti d’oro).

Lo sapevi che...

Le criptovalute, prima fra tutte Bitcoin, sono spesso comparate all’oro: la loro disponibilità è limitata e permettono inoltre di diversificare un portafoglio. Se investire in crypto può rivelarsi fruttuoso in una strategia di diversificazione, è necessario prestare un’attenzione particolare alla volatilità elevata di questo tipo di asset.

Settore bancario: UniCredit

L’inflazione si traduce in un aumento dei prezzi, ma anche dei tassi d’interesse. Questo aumento non è per forza una buona notizia per il settore bancario: devalorizzazione delle obbligazioni, diminuzione delle domande di prestito, ecc.

Ma, attraverso la digitalizzazione della relazione clienti, l’avversione al rischio e il bisogno crescente  di copertura richiesto dalle aziende, banche e assicurazioni possono ottenere vantaggi interessanti. Insomma, il duo banca-assicurazione presenta un margine di interesse da tenere d’occhio. E in questo caso, perché non guardare all’alleanza tra UniCredit e Allianz?

Lusso: Rémy Cointreau

Potrà sembrare strano ad alcuni di trovare in questa lista un attore del settore delle bevande alcoliche. Invece è tutto normale. Il settore del lusso non esita ad aumentare le sue tariffe, poiché gli acquirenti non demordono.

Ecco quindi che alcune aziende allargano il proprio portafoglio di offerte: è il caso di Rémy Cointreau, che punta a un margine operazionale del 33% entro il 2030, con un aumento delle vendite del suo cognac dal 2 al 3% in volume… e dal 6 all’8% in valore.

Dopotutto, come afferma il suo direttore finanziario, investire in un brand permette a quest’ultimo di aumentare i propri prezzi.

Tecnologia: STMicroelectronics

Nel settore dei semiconduttori, i prezzi restano sostenuti e il livello di margine commerciale elevato, e questo nonostante dei costi di trasporto e delle materie prime in aumento.

I produttori di componenti elettrici possono permettersi di aumentare i prezzi in periodo di inflazione, per via della forte domanda. Per l’italo-francese STMicroelectronics è stata anche l’occasione di perfetta per superare le attese in termini di cifra d’affari.

Attenzione, però: questo settore non ha un pricing power (capacità di aumentare i propri prezzi senza influire sulla domanda dei propri prodotti) potente come quello del lusso, per citare un esempio.

3. Come calcolare l’inflazione su diversi anni?

‍Climb mette a tua disposizione uno strumento per la calcolare l’inflazione, che ti permetterà di avere un’idea più precisa dell’impatto dell’innalzamento dei prezzi sui tuoi risparmi, sulle tue spese e sulla tua disponibilità residua.

4. Domande frequenti

🤔 Perché ci serve un’inflazione al 2%?

La BCE cerca di mantenere la stabilità dei prezzi attraverso un tasso di inflazione al 2%. Tale valore le permette di evitare di adottare troppe misure per contrastare l’inflazione stessa, facendo sì che lo scarto del tasso di inflazione fra i vari Paesi dell’UE non subisca troppi scossoni e resti tendenzialmente in equilibrio. Un tasso al 2%, inoltre, permette di anticipare le variazioni di prezzo e le decisioni di prestito e investimento.

🗓️ Quanto sarà l’inflazione nel 2023?

Per il 2023 l’inflazione è stimata al +4,4% dalle società di consulenza Oxford Economics e Prometeia, e al 4,3% dal Governo.

🏡 Cosa succede ai mutui con l’inflazione?

L’inflazione gioca un ruolo importante sulla domanda e sull’offerta di mutui e prestiti, in quanto contribuisce all’aumento dei tassi di interesse. Così, da una parte gli acquirenti sono spesso portati a modificare le loro esigenze di finanziamento e allo stesso tempo le banche potrebbero dover mutare la disponibilità dei loro prodotti.

📈 Perché l’inflazione è un male?

Bisogna distinguere un tasso di inflazione normale (intorno al 2%, che riesce a mantenere un equilibrio dei prezzi) da un’inflazione elevata (con il conseguente aumento rilevante dei prezzi) o da un calo prolungato di questi ultimi (deflazione). La stabilità dei prezzi aiuta a far crescere l’economia, ma, al contrario, se questi non sono in equilibrio possono verificarsi diversi scenari: limitazione del potere di acquisto, difficoltà nel pianificare risparmi e investimenti, disoccupazione, ecc.Bisogna distinguere un tasso di inflazione normale (intorno al 2%, che riesce a mantenere un equilibrio dei prezzi) da un’inflazione elevata (con il conseguente aumento rilevante dei prezzi) o da un calo prolungato di questi ultimi (deflazione). La stabilità dei prezzi aiuta a far crescere l’economia, ma, al contrario, se questi non sono in equilibrio possono verificarsi diversi scenari: limitazione del potere di acquisto, difficoltà nel pianificare risparmi e investimenti, disoccupazione, ecc.

5. Qualche info in più

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