Inflazione: quali sono i Paesi più toccati a luglio 2022?

Maxime Canac

Data dell'ultima modifica: 26/09/2022

Dal costo dell'energia in continuo aumento all'assenza di una politica di salario minimo in alcuni Stati membri, si delinea un quadro che vede alcune categorie della popolazione dell'UE più colpite di altre dalla fiammata di inflazione che stiamo vivendo.

UE: a luglio l’inflazione ha toccato più duramente i Paesi dove il costo della vita è più basso

L’inflazione è al suo livello più alto nella zona euro e nell’UE da più di 20 anni. Nel mese di luglio ha raggiunto quasi il 10% in UE. I tre Paesi baltici sono gli Stati membri maggiormente toccati: l’Estonia ha superato il 23%, la Lettonia e la Lituania si sono ritrovate con un dato rispettivamente sopra e sotto il 21%. Per il resto, sono principalmente i Paesi dell’Est europeo a soffrire della forte crescita dei prezzi.

Francia e Malta se la cavano meglio, con “solo” il 6,8% di inflazione a luglio.

Messe a confronto con il costo della vita, le cifre dell’inflazione mostrano che quest’ultima è globalmente più forte nei Paesi dove la vita è meno cara rispetto alla media dell’Unione europea. Quattordici Paesi dove la vita è meno cara hanno dei tassi di inflazione superiori a quello dell’UE stessa (9,8%) mentre in soli due Stati membri (Belgio e Paesi Bassi) a essere superiori alla media europea sono sia i prezzi sia il tasso di inflazione. Nei Paesi più cari, l’inflazione media è salita a poco più del 9% a luglio contro il 14% per i Paesi in cui la vita è meno cara.

Chi sono le categorie più colpite dall'inflazione?

In media, in UE, gli abitanti perdono il 25% del loro reddito tra i 64 e i 75 anni, ossia quando vanno in pensione. In Bulgaria, il reddito viene quasi dimezzato. Inoltre, in tutti gli Stati membri, gli uomini guadagnano più delle donne. In media, il salario tipo di un uomo supera quello di una donna del 4%, a prescindere dall’età. Di conseguenza, le pensionate europee sono quelle che percepiscono i redditi più bassi.

L’inflazione è globalmente piuttosto forte nei Paesi in cui le donne hanno salari più bassi, rendendole quindi particolarmente vulnerabili alla crescita dei prezzi. In Lituania, che ha il terzo peggiore tasso di inflazione a luglio di quest’anno con una variazione annua del 20,9% rispetto a luglio 2021, il reddito delle donne di più di 75 anni nel 2020 era di 961 euro inferiore rispetto a quello degli uomini della stessa età, considerando che la pensione minima non è proposta dallo Stato. Messe a confronto con il resto della popolazione, sono le donne di questa categoria ad avere il reddito più basso nel Paese, percependo quasi il 39% in meno delle donne della fascia 50-64 anni.

Salario minimo e costo dell'energia influenzano le differenze nei tassi di inflazione

I sei Paesi (Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Italia e Svezia) che non propongono il salario minimo (che permette ai lavoratori pagati meno di affrontare comunque l’aumento dei prezzi) hanno dei tassi di inflazione prossimi alla media dell’UE (tra l’8,3% e il 10,6%). In questo gruppo spicca Cipro, per via delle difficoltà riscontrate dagli abitanti dello Stato nello scaldare le proprie abitazioni. Questo Paese del sud-est europeo, in maniera del tutto contointuitiva, è infatti quello in cui il dato è stato il più alto nel 2021.

A parte l’Ungheria, dove la regolamentazione statale sui prezzi dell’energia fa sì che l’inflazione per il momento sia principalmente dovuta all’aumento estivo dei prezzi di alimentazione, l’energia è il principale carburante della fiammata dei prezzi nel resto dell’Unione europea.

La situazione rischia di cambiare ancora in ogni Stato membro nel corso dell’autunno e dell’inverno con l’attuazione progressiva delle misure di aiuto specifiche di ogni Paese e per via della domanda di riscaldamento. E questo, senza troppe sorprese, mentre l’inflazione continua a crescere nella zona euro, stando alle prime stime basate sul passaggio dall’8,9% di luglio al 9,1% di agosto. Paolo Gentiloni, commissario europeo per gli affari economici e monetari, ha spiegato a Euronews che, allo stato attuale delle cose, ciò che viene richiesto nello specifico agli Stati membri è che “la [loro] reazione sia, nella misura del possibile, temporanea e mirata, ossia che sia destinata a quelle famiglie che hanno più difficoltà a pagare la benzina e le bollette di riscaldamento ed elettricità. Vale a dire le famiglie che percepiscono i redditi più bassi”.

Traduzione dal francese e adattamento dell’articolo "UE: en juillet l'inflation a touché plus durement les pays où le niveau de vie est plus bas" pubblicato sulla testata online Euronews.com.

Iscriviti alla Settimana economica 💌

Ricevi gratis ogni settimana la newsletter sull'attualità economico-finanziaria